Dal primo di settembre e per tutto il mese, la provincia di Verona è interessata da un piano straordinario di controllo nel settore edile.
L'intervento si è reso necessario a seguito della morte di quattro lavoratori del settore nei primi sette mesi dell'anno e di numerosi infortuni gravi e mortali.
Il piano, coordinato dal Prefetto della città di Verona - Conferenza Permanente - Sezione Servizi alla Persona ed alla Comunità della Prefettura/UTG di Verona - prevede un coordinamento inter-istituzionale tra enti deputati al controllo (INPS, INAIL, Ispettorato del Lavoro, SPISAL, ARPAV, Polizia Municipale, Carabinieri).
La sperimentazione attuata nel mese di settembre 2006 ha portato al controllo di 514 cantieri, 394 operativi, con il controllo di 534 imprese e 383 artigiani autonomi.
Per quanto concerne la sicurezza, dalla ricerca è emerso che il 60% dei cantieri non è adeguatamente protetto circa il rischio di caduta, inoltre è stata evidenziata una diffusa tendenza a delegare all’esterno i compiti di organizzazione della sicurezza adibiti al datore di lavoro, con la conseguenza di perdita della cultura della sicurezza dell’impresa.
Per quanto riguarda la regolarità del lavoro è emerso che 30 lavoratori sono risultati in nero e 14 sono sfuggiti ai controlli, probabilmente clandestini o irregolari. Le imprese con dipendenti con irregolarità contributive o assicurative sono risultate pari al 9.5 %, mentre gli artigiani autonomi con irregolarità sono risultati pari al 2.5 %. I dati probabilmente sottostimano l'entità del fenomeno del lavoro irregolare, ma occorre ricordare che la campagna era stata ampliamente preannunciata ed i controllo si sono limitati al lavoro nero.
L'aumento dei controlli in edilizia ha comportato una riduzione degli infortuni nei cantieri e conseguentemente la diminuzione delle ore di assenza dal lavoro