In previsione del rientro al lavoro in condizioni di rischio per l'allattamento:
La Lavoratrice con congruo anticipo comunica al Datore di lavoro la nascita del figlio e l'intenzione di riprendere il lavoro al termine dei 3 mesi di astensione obbligatoria post partum;
il Datore di lavoro verifica se la mansione lavorativa assegnata alla dipendente è tra quelle a rischio per puerperio ed allattamento; qualora così fosse: verifica la possibilità di assegnare la Lavoratrice ad altra mansione compatibile con l'allattamento, anche modificando temporalmente le condizioni o l'orario di lavoro, informando il Servizio Ispettorato Territoriale del Lavoro del provvedimento adottato; qualora le modifiche delle condizioni di lavoro non fossero possibili per motivi organizzativi o altro, informa per iscritto il Servizio Ispettorato Territoriale del Lavoro per i provvedimenti di competenza (interdizione al lavoro sino a 7 mesi post partum).
Di seguito si riporta in forma grafica l'iter per la tutela della lavoratrice in allattamento al rientro al lavoro, al termine dei 3 mesi dopo il parto, in situazione di rischio lavorativo: